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Blind Maze
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In Veneto il primo Ciak
Posted 19 Febbraio 2009
Heather Parisi, dopo aver scritto un pezzo significativo della storia della televisione italiana, passa alla regia cinematografica firmando anche la sceneggiatura del suo primo lungometraggio dal titolo, ancora provvisorio, Blind Maze. L’approdo al cinema di Heather avviene dopo un lungo percorso di studio e preparazione durato 3 anni.La storia è incentrata sulle le vite, i sogni e le aspirazioni di un gruppo di adolescenti che condividono, al di là della differenza di età, la passione per la danza e la recitazione.
È un film che parla di ragazzi ma soprattutto è un film fatto con i ragazzi, seguendo le loro vicende alterne, mai facili e quasi mai scontate: come non lo è mai la vita reale.
La loro vita scivola sottilmente fuori dalla normalità per approdare a un mondo fatto di sogni sì, ma anche di sacrificio e dedizione: la danza e la recitazione sono infatti occasione a volte di riscatto e rivincita, altre volte di successo e realizzazione di sé stessi.
La vicenda ruota attorno ad una scuola d’arte nel Veneto e narra il Veneto di oggi, quello dei giovani che lottano per ritagliarsi uno spazio e cercare di conoscere il mondo e la realtà in cui vivono; ma è anche il Veneto che sa mescolare modernità e saggezza antica, dove gli adulti rappresentano sì un termine di confronto duro per la giovinezza, ma anche il sostegno, lo stimolo ad andare avanti, ad essere padroni del proprio destino senza perdere mai di vista le proprie radici.
È una comedy romantica, drammatica e musicale, che racconta storie come quella di LUCREZIA che porta in grembo con coraggio e ostinazione un bimbo nonostante la sua giovane età. Come quella di ANDREA, figlio di extracomunitari ormai totalmente integrati nel nuovo contesto sociale, e la sua voglia di emergere al pari di un qualsiasi ragazzo italiano, danzando e recitando. O ancora quella dei sogni di attore di MIRKO, che è cresciuto nell’ombra ingombrante di un padre imprenditore affermatosi da solo grazie al lavoro ed al sudore quotidiano E tante altre storie, tutte animate dalla stessa passione e scandite dal ritmo della musica.
Una musica vissuta, non intesa come numero a sé stante, ma come battito cardiaco della vita. Come impulso inevitabile, che irrompe nella vicenda scompaginandone lo stile, disorganizzando i pensieri e provocando nuove prospettive possibili.
Tuttavia non c’è nessun idealismo, nessuna retorica da saranno famosi. Sono vite che si intrecciano, proseguono parallele e appaiono ora solitarie, ora voci di un unico coro.
Un utile compagno in questo viaggio nell’affermazione di sé stessi e dei valori del sacrificio e della voglia di fare anche qualcosa di nuovo rispetto ai propri padri è MARIO GRIFANI, professore di liceo al mattino, maestro di recitazione al pomeriggio presso la scuola d’arte.
Sullo sfondo il paesaggio del Veneto dalle tinte forti e decise come il carattere dei suoi abitanti. Le bancarelle dei mercati nelle piazze che si popolano all’alba, i centri storici che brulicano di ragazzi all’imbrunire, i vicoli che ricordano epoche lontane nel tempo, le colline, la campagna ricca e dolce, sono protagonisti al pari delle storie dei ragazzi.
Lo stile del film è febbrile e continuo, come l’inevitabile lavorio degli uomini, adulti o ragazzi, per venire a capo della propria vita e farla diventare una storia: forse in modo diverso e percorrendo strade nuove, ma con la stessa voglia di emergere e di fare che ha animato da sempre questa parte di Italia.
2 comments
18 Agosto 2014 23:29
Non vedo l'ora ti poterti rivedere in tv. ci manchi
08 Aprile 2015 14:15
La danza è un linguaggio universale e questo film saprà parlare al mondo. Proud of you!!! Always.
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