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L'unica certezza è quella di non avere alcuna certezza
Posted 05 Agosto 2020
Il mio ultimo post ha scatenato molti commenti su tutti i social media, segno che il tema sta a cuore a tantissimi.
Impossibile per me rispondere a tutti.
Per questa ragione ho deciso di raccogliere alcuni pensieri indirizzati a tutti quelli che mi hanno scritto.
Confrontarsi su argomenti così divisivi dovrebbe far parte di noi e sarebbe giusto non denigrare, sminuire e offendere chi la pensa diversamente.
Noto purtroppo, che tra i collateral damages (danni collaterali) di questa emergenza, dobbiamo annoverare anche un sentimento sempre più forte di intolleranza nei confronti di chi non si adegua al pensiero dominante.
Alcuni mi hanno suggerito di parlare solo della “realtà che vivo” (sorvolo sulla stupidità di chi dice “torna a fare la ballerina”, per comprensibili ragioni di decenza intellettuale) e immagino si riferissero al mio paese (Hong Kong o gli USA). Peccato che quando succede, siano gli stessi a contestare quello che dico (evidentemente la regola vale solo per me).
Pensate in che mondo vivremmo se a ciascuno di noi fosse concesso di parlare solo “di realtà vissute”. Praticamente potremmo parlare solo della nostra vita e di nient’altro.
Anche ai giornalisti sarebbe concesso di parlare solo della loro e forse, a ben vedere, sarebbe pure una cosa buona, visto il pieno di falsità che ci propinano quotidianamente.
Io, tra l’altro, nel mio post, a parte il riferimento alla proposta dei dirigenti scolastici (la notizia è riportata dal sito OggiScuola come proposta del ANP del Lazio), ho fatto un discorso generale che vale per tutti, a prescindere dal paese di appartenenza e a prescindere dalle stupide classifiche di chi guarda al paese che ha fatto meglio (normalmente quello a cui appartiene) e indica quello che, a suo giudizio, ha fatto peggio (di solito quello che ha fatto diversamente dal proprio).
Non è difficile capire che in questa tragica situazione siamo tutti sulla stessa barca, perché gli effetti, come un domino, finiscono con il ricadere su tutti.
Sostenere che tutto ritornerà come prima e che quanto accade non abbia influenzato e non influenzi i nostri rapporti, con ripercussioni gravissime sulla nostra società a livello interpersonale oltreché economico, mi pare talmente assurdo, che preferisco non commentare.
Le mie considerazioni erano e sono di carattere sociologico dal momento che non ho espresso alcun giudizio sull'utilità della mascherina.
Tuttavia, voglio ricordare che all'inizio sono stata criticata e derisa per averla indossata quando in Italia e nel resto del mondo, si diceva (esperti compresi) che non era necessaria.
Peraltro, sulla sua utilità lo stesso WHO ha avuto un atteggiamento mutevole (per dirla in maniera eufemistica) e ancor oggi molti esperti la consigliano solo nei luoghi chiusi e non all'aperto.
Sono felice che molti vivano di certezze.
Sono meno felice che molti criminalizzino chiunque la pensi diversamente anche solo su argomenti sociologici (figurarsi sugli altri).
Basterebbe solo questo a far capire quanto compromesso è il nostro tessuto sociale.
In tutta questa emergenza l'unica certezza che abbiamo avuto è quella di non avere alcuna certezza.
Governi, istituzioni sanitarie, esperti medici, tutti si sono contraddetti in continuazione su ogni singolo aspetto.
Dalla prevenzione alla cura, dall'origine alla durata, dai numeri dei contagiati alla efficienza dei tamponi, in tutti i paesi del mondo abbiamo assistito a continue giravolte.
In compenso, al singolo cittadino, in tutti i paesi del mondo, è stato chiesto di rinunciare a molte delle sue libertà compresa quella di sostenersi economicamente.
Io, sulla base di queste premesse, le certezze che molti hanno sull'efficacia e sulla veridicità di quanto mi viene detto dalle istituzioni e dagli esperti, non le ho.
Ho invece la certezza che per moltissimi cittadini nel mondo, le conseguenze saranno tragiche sul piano economico e sul piano sociale.
Prenderne atto e parlarne non è poco rispettoso per chi ha sofferto e soffre, ma semplicemente doveroso per chi dovrà affrontare mesi difficilissimi.
HPA
1 comments
05 Agosto 2020 14:18
La piaga del genere umano è la paura ed il rifiuto della diversità. La convinzione che ci sia un solo modo giusto per "tutto" è la causa principale della più grande minaccia per l'uomo. Mentre la tolleranza è il più grande dono della mente: essa richiede al cervello lo stesso sforzo necessario per stare in equilibrio su una bicicletta. By all means maintain an open mind, but not so open that your brain falls out...
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