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SCHADENFREUDE
Posted 13 Luglio 2011
Mi ricordo, alcuni mesi fa, una trasmissione radiofonica che
colpì la mia attenzione. Il presentatore
del programma parlava in maniera molto sincera dello strano sentimento che
aveva provato nel guardare il devolversi della catastrofe a Fukushima, in
Giappone. Con molta naturalezza
raccontava che, se da una parte provava
tristezza nel vedere la disperazione della gente, dall’altra in lui nasceva una
sorta di piacere se una scossa di terremoto ancora più forte arrivava, se il
numero dei morti aumentava, se l’ennesima centrale nucleare saltava. A suo dire, si tratta di un’esperienza che sperimentano
in molti, ma che solo pochi hanno il coraggio di ammettere pubblicamente.
E come dargli torto? Non è forse vero che in genere alla
gente piace molto di più leggere che Brad Pitt e Angelina Jolie si sono
lasciati piuttosto che sapere che si amano follemente in un atollo delle Virgin
Islands?
Ma la gioia nel vedere la sofferenza altrui, quello che in
tedesco si chiama “Schadenfreude”, non è indirizzata solo alle persone famose, nei confronti delle quali spesso si mischia a un sentimento di invidia.
Schadenfreude è un sentimento trasversale, che procura
piacere perché, mostrando la sofferenza o la difficoltà del prossimo, implicitamente rassicura chi lo
prova, dandogli la sensazione, anche se solo per pochi istanti, di essere l’eletto
ed il fortunato.
Certo, molti negherebbero fino alla morte di provare un tale
sentimento, sapendo, tuttavia in cuor loro, di mentire. E questo non perché sono
cattivi, ma perché sono umani, “terribilmente” umani.
P.S. Con il contributo di Edoardo Seianis
1 comments
26 Maggio 2015 14:14
Siamo "altruisti" spesso solo per modo di dire... E spesso si "gode" delle disgrazie altrui... E' sicuramente una cosa bruttissima ma va riconosciuto. E qui bisogna interpellare Freud...
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