Free Mind

Heather Parisi

DEEPER UNDERSTANDING

Posted 05 Aprile 2011

Ho pensato a lungo prima di pubblicare questi pensieri di Edoardo e non perchè non ne fossi affascinata dal contenuto ..... ma perchè avrei davvero voluto sfidarlo a scrivere di cucina sul sito della Cuccarini ..... 
Come on Eddie .... are you that bored ? ....
You really want to sfidarmi ?????
 

"Proprio in questi giorni uscirà la rivisitazione della stessa Kate Bush di una sua composizione del lontano 1989, in cui profetizzava l’isolamento sociale causato dall’uso smoderato del personal computer. La canzone andò ancora oltre: il computer diventava una sorta di amico capace di “sentire”

il dolore umano, l’unico “essere” consolatore tra la moltitudine di gente fredda che ci circonda.

 

All’epoca i personal computer erano ancora macchine piuttosto rudimentali e quasi nessuno ne possedeva uno. Solo nel 1993, con l’avvio definitivo del World Wide Web, incominciarono a diffondersi in maniera esorbitante, fino agli sviluppi attuali, in cui una vita senza PC sembrerebbe quasi impossibile.

 

Ciò che profetizzava allora Kate Bush è ormai diventato realtà: l’AFFECTIVE COMPUTING. Lo scopo è di integrare nella vita quotidiana la capacità dei computer di percepire le nostre emozioni. Essi quindi saranno in grado di interpretare il nostro stato d’animo e agire di conseguenza, aiutandoci proprio come farebbe un amico nei momenti difficili. Se un autista sarà particolarmente arrabbiato a causa del traffico, l’auto lo segnalerà all’esterno, prevenendo il fenomeno del “road rage”, cioè quello scoppio d’ira durante la guida che causa parecchi incidenti. Un altro scopo potrebbe essere quello di consigliarci di non spedire una mail, se questa è stata scritta in un momento sbagliato ed è offensiva. Le situazioni in cui potremmo beneficiare di questa tecnica sono infinite, anche a livello terapeutico e educativo. 

 

L’Affective Computing fu anche profetizzato dal genio di Arthur C. Clark e poi magistralmente filmato in “2001: A Space Odyssey” da Stanley Kubrick, dove il computer HAL 9000 era in grado di comprendere l’umore degli astronauti e conversare con loro. Quali saranno gli sviluppi di questa tecnologica, sta nelle mani dell’uomo: solo lui potrà decidere se farne un uso appropriato piuttosto che abusarne. Riuscirà il mercato a mantenere un codice morale che impedirà la produzione di computer capaci di manipolarci a scopi commerciali o politici, interagendo con le nostre emozioni?

 

Ci vorranno ancora parecchi anni, ma forse dovremmo già abituarci all’idea di parlare con il nostro futuro PC (o piuttosto lo strumento che lo rimpiazzerà), e credetemi non è fantascienza. Se qualcuno trent’anni fa vi avesse detto che un giorno avreste potuto comunicare a chilometri di distanza con Heather Parisi, tramite un piccolo schermo piatto con cui si può scrivere battendoci sopra (l’Ipad), ci avreste creduto? E che un giorno avreste scritto le vostre delusioni amorose, i vostri problemi più personali e che tutto il mondo avrebbe potuto leggerli nel giro di pochi secondi?

Fatto sesso chattando con una webcam?

 

Credo che l’Affective Computing sarà comunque un’evoluzione inevitabile, vista la comune insoddisfazione affettiva dell’uomo moderno e la sua convinzione di non essere capito da chi lo circonda.  Vincerà la macchina, dove l’egoismo e l’indifferenza umana falliscono?  Potremo finalmente avere un amico perfetto e fedele per l’eternità? Sarà proprio la temuta tecnologia a renderci migliori, eliminando il bisogno di una religione e di un Dio?

 

Domande alle quali sicuramente il futuro darà una risposta. Se un futuro ci sarà.


Edoardo Seianis"

1 comments

23 Maggio 2015 14:23

Finché l'essere umano avrà capacità di intendere e volere, niente e nessuno potrà manipolarlo, tantomeno una "macchina". Ma, ci sarà abbastanza volontà???

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